Ecco un articolo sull’apprendimento delle lingue tratto dal blog di un’insegnante di francese e spagnolo, che credo sia molto intsessante e soprattutto utile per voi! Se avete un po’ di tempo dateci un’occhiata! Ne vale la pena! 😄
“A scuola una volta ci insegnavano a riempire un sacco di buchi vuoti, a riordinare frasi, a coniugare verbi, a ripetere frasi imparate a memoria per saperle usare nel prossimo compito. Ma non ci vuole poi molto per capire che questo non basta e che non è – per fortuna, dico io – l’unico metodo possibile, soprattutto adesso dove nuove tecnologie e mercato globale ci permettono di avere a disposizione una quantità quasi infinita di risorse e input.

Allora, che fare? Niente panico!
Sono qui proprio per spiegarti come comportarti per superare metodi antichi e per imparare una lingua in modo divertente ed efficace.
Ovviamente non devi prendere questi consigli come oro colato, come se fossero delle regole che devi per forza seguire: ricorda che non esiste un solo metodo corretto per imparare una lingua.
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Ognuno di noi impara in modo differente, secondo le proprie esigenze e necessità.
Cerca di leggere questi tips con spirito critico e sentiti libero di adattarli alla tua situazione e al tempo che hai a disposizione. Nessuno può dirti cosa è realmente meglio per te, solo tu lo puoi decidere.

1. Sii motivato e scegli bene.

Come per qualsiasi altra idea ti venga in mente, sia un corso di cucina o di cucito, di danze caraibiche o di tennis, anche per le lingue devi avere ben chiaro in testa il motivo che ti spinge a prendere questa strada, altrimenti mollerai tutto alla prima difficoltà.

Non importa quale sia la ragione, basta che tu ne abbia una.

Io, ad esempio, ho studiato lingue semplicemente perché mi piacciono.
A Madrid – dove ho vissuto per otto mesi per frequentare un master sull’insegnamento dello spagnolo come lingua straniera presso la Universidad Complutense – ho conosciuto una ragazza cinese che aveva imparato lo spagnolo perché il suo ragazzo dell’epoca era, appunto, spagnolo.
E., il mio compagno, ha studiato un po’ di spagnolo per un esame, ma i risultati ottenuti non sono stati soddisfacenti perché mancava di reale motivazione. L’ho visto studiare inglese per ben sei mesi con tutt’altro spirito, con costanza, perseveranza e reale interesse.

A meno che tu non sia obbligato ad imparare una lingua per lavoro o perché devi trasferirti in un Paese piuttosto che in un altro, cerca di scegliere la lingua che più ti piace e che più senti vicina.
Quando facciamo qualcosa che ci piace e che sentiamo nelle nostre corde, tutto diventa più semplice.

È giusto fare le proprie considerazioni, essendo consapevoli che ci sono lingue che aprono più porte di altre e che non sempre siamo liberi di scegliere. Ma se decidi di imparare una lingua per piacere personale, che sia davvero così.

�2. Vinci le tue paure: l’errore è tuo amico!

Ripeti con me: sbagliando si impara, sbagliando si impara.

Fanne il tuo mantra, perché non c’è niente di più vero.
Non puoi pensare di imparare una lingua e di raggiungere immediatamente la perfezione.
Se aspetti di essere perfetto, non parlerai mai. Invece, devi fare un bel respiro profondo e buttarti.
Non importa se coniughi male un verbo, se il tuo discorso non è fluido.
La lingua serve per comunicare: se riesci nel tuo intento e il tuo interlocutore capisce quello che stai dicendo, perché preoccuparsi?!? Vuol dire che stai facendo un buon lavoro!

Quando insegno tendo sempre a lasciar parlare i miei alunni e a correggere eventuali errori solo alla fine, senza attribuirli a nessuno in particolare, perché dagli errori tutti possiamo imparare.

Inoltre, lasciar parlare le persone senza correggerle costantemente non crea barriere e fa sentire chi parla a proprio agio, non sotto esame.

3. Trova il tuo ritmo.

Studiare tre ore oggi, poi interrompere per una settimana e farne altre quattro in un giorno, non serve a nulla.

Devi essere costante, fare esercizio ogni giorno: meglio mezz’ora al giorno, nel momento della giornata che preferisci, che inutili corse contro il tempo.

Anni fa ho tenuto un corso di spagnolo ad un responsabile commerciale di una grossa azienda di calzature.
Come tutti quelli che svolgono questo tipo di lavoro, il signore in questione era molto impegnato e spesso fuori sede, per cui è stato difficile riuscire a gestire il corso con una certa costanza. Talmente difficile che non ci siamo visti per più di un mese.
A quel punto, ho preferito essere onesta: stavamo trascinando le cose e lui aveva talmente troppi impegni che non gli era possibile studiare a casa con regolarità.
I risultati erano minimi, il suo tempo e il suo impegno scarsi: il rischio era di impiegare sei mesi per un corso che si sarebbe potuto concludere in un’estate.
Se segui un corso serale una volta alla settimana, ricordati che non basta: fai esercizio a casa, solo così vedrai davvero i risultati e avrai l’impressione che quello che fai non sia vano.

Non darla mai vinta alla frustrazione.
Non tutti impariamo alla stessa velocità, ma non vuol dire che siamo dei perdenti in partenza.
Accetta i tuoi tempi e rispettali.
Se io dovessi imparare nozioni di chimica o fisica, mi ci vorrebbero luuunghi mesi di lavoro.
Sii paziente.
Non siamo più dei bambini, purtroppo non ci è più concesso di imparare per osmosi.
Ogni cosa nuova richiede uno sforzo per essere assimilata. E così è per le lingue: sii costante e persevera, i risultati arriveranno.

4. Fai in modo che quello che impari abbia riscontro pratico nella vita quotidiana.

Imparare parole che non ti servono solo perché sono scritte nel libro è uno sforzo inutile e controproducente.
A volte i libri di grammatica ci presentano espressioni, modi di dire e strutture che nella vita reale non si utilizzano o che sono marginali per lo scopo che ti sei prefissato.

Cerca di avere spirito critico e di usare un po’ il tuo istinto.
Se hai la sensazione che quello che leggi sia fine a sé stesso, gira pagina e passa a qualcosa di più utile per te.

A volte ci lamentiamo che il nostro inglese è scolastico, fatto cioè di costruzioni standard che seguono le regole grammaticali più ferree e che non ci permettono davvero di sostenere una conversazione nel mondo reale.

La lingua vera è quella che si parla nella vita di tutti i giorni, non solo quella dei libri di grammatica, questa è la nuova regola d’oro dell’apprendimento delle lingue.

Se non vuoi sembrare un libro stampato e vuoi dare un po’ di colore e vita al tuo discorso, lasciati ispirare da quello che leggi o ascolti e fai tue alcune delle espressioni che i locali utilizzano ogni giorno.
Attenzione però: non cercare di usare per forza modi di dire, proverbi e intercalari.
Usali solo se sai bene cosa vogliono dire e in che contesto sono appropriati.
Non puoi certo usare la parola spagnola tío per rivolgerti ad un cliente con il quale stai negoziando o ad un tuo superiore solo perché hai appena imparato che viene usata molto spesso nella lingua orale per rivolgersi al proprio interlocutore.

Ad ogni contesto il proprio linguaggio, non dimenticarlo mai.

Evita, inoltre, di scegliere un intercalare e usarlo in continuazione, alla lunga diventerai irritante e la parola perderà il suo giusto peso.

Più o meno un anno fa mi trovavo in un’azienda di abbigliamento del Trevigiano per tenere un corso di spagnolo ad un gruppo di impiegati.
Per puro caso mi è capitato di ascoltare un’addetta al servizio clienti parlare in francese. In ogni sua frase c’era, onnipresente, la parola putain. Ti posso assicurare che avrei voluto alzarmi e implorarla di smettere! E il suo francese era davvero molto buono…

Lo stesso vale per le regole grammaticali.
Non imparare tutte le varianti e le eccezioni a memoria, per poi sciorinarle come fossero un elenco telefonico. È ovviamente giusto conoscere la grammatica, è un buon punto di partenza per acquisire sicurezza, ma impara anche ad “andare ad orecchio” e ad applicare queste regole alla realtà della lingua.
Se il passato remoto in francese viene usato solo nella lingua scritta, come la narrativa, la saggistica e un certo tipo di giornalismo, il mio consiglio è quello di non impararlo. O meglio, puoi affrontarlo per riconoscerlo quando ti ci imbatti, ma certo non ti servirà per comunicare oralmente.

Se hai la possibilità di avere contatti con madrelingua, ti accorgerai che molte regole che hai imparato non vengono rispettate in modo ferreo o che, addirittura, sono state quasi del tutto abbandonate.
Man mano che avanzi con l’apprendimento, vedrai che ci saranno delle cose che così non suonano e altre che invece suonano proprio così, senza che ci sia un evidente perché. Inconsciamente, hai assimilato la regola e non la dimenticherai più.

5. Non imparare a memoria

Te lo chiedo come un favore personale.

Non imparare a memoria paradigmi verbali o liste di parole scollegate da un contesto.

Piuttosto, se hai bisogno di aiuto per memorizzare, scrivi le parole che vuoi imparare su dei post-it che attaccherai in giro per la casa o l’ufficio, dove puoi vederli e, se si tratta di oggetti, attacca i post-it in corrispondenza dell’oggetto stesso.
Vedere quello che devi imparare nel suo ambiente naturale ti aiuterà a dare spessore alle parole e a focalizzarle.

Evita di ripetere i verbi al passato-presente-futuro come i pappagalli sforzandoti di memorizzare.
Piuttosto leggili, fai esercizi che stimolino e ti obblighino a pensare.

Solo pensando si capisce, solo capendo si è poi in grado di utilizzare con consapevolezza.

Ad esempio, scrivi dei verbi all’infinito su dei foglietti che sparpaglierai su un tavolo; scegli un verbo e crea una frase utilizzando il verbo selezionato al tempo e al modo che stai imparando.

Molto meglio che obbligarti a memorizzare ripetendo, vero?

Un’altra possibilità è quella di raggruppare i verbi per categoria, magari a seconda del cambio e dell’irregolarità che li caratterizza: ogni volta che, in un testo, in un articolo o in un esercizio, trovi un verbo spagnolo che trasforma la E in IE, scrivilo nella colonna corrispondente.
Piano piano creerai un vero e proprio almanacco e se ti capiterà di coniugare un verbo e sei in difficoltà, lì troverai facilmente la risposta.

6. Guarda film e leggi.

Non tutti possiamo permetterci un soggiorno-studio all’estero per imparare la lingua.

Per familiarizzare con accenti, pronunce e intonazioni e per ampliare il vocabolario, leggi e guarda film, serie TV, telegiornali, documentari, qualsiasi cosa.

L’importante è che quello che guardi o leggi ti piaccia.

Non obbligarti a leggere Cervantes o Victor Hugo se dopo due minuti non ne puoi più: se preferisci una rivista di botanica o di finanza, che quella sia. Anche i blog vanno bene, purché siano scritti da persone che conoscono davvero la lingua che stanno usando.

La BBC o The Guardian offrono la possibilità di scaricare un’applicazione: abituati ad aprirla una volta al giorno e a leggere l’articolo che più ti interessa. Il tutto ti ruberà un paio di minuti, mentre aspetti l’autobus o prima di addormentarti.

Ti consiglio di non utilizzare il vocabolario ogni volta che trovi una parola che non conosci: renderai il tutto poco fluido e stancante. Utilizzalo solo quando la parola sconosciuta ti impedisce di cogliere il senso globale di quello che leggi.

Lo so che vado completamente contro corrente, ma sarebbe meglio utilizzare un caro, vecchio dizionario cartaceo (meglio se monolingue), perché il fatto di dover effettivamente cercare la parola ti permette di memorizzare meglio del semplice digitarla e leggere la soluzione su un traduttore automatico.

Per un paio di anni ho insegnato in un centro che offre lezioni pomeridiane a ragazzi delle medie e delle superiori che hanno delle difficoltà a scuola o un debito da recuperare.
Quando non conoscevano una parola era scontato chiedere il significato direttamente a me, ma non funzionava: li obbligavo sempre ad aprire il dizionario e a cercare da soli.
A proposito di traduttori automatici, non occorre che te lo dica, ma giusto per non dare nulla per scontato…

Molto spesso le aziende preferiscono affidare la traduzione di documentazione varia a personale interno, piuttosto che affidarla ad un traduttore professionista, fondamentalmente per risparmiare soldi. E molto spesso lo strumento più usato è proprio il traduttore automatico, coi risultati che ne conseguono.
Di per sé non ci sarebbe nulla di male a servirsene, dobbiamo però farlo con la giusta dose di criticità e non cercare risposte che lì non possiamo trovare.
I traduttori automatici sono computer e traducono parola per parola basandosi su un automatismo, senza preoccuparsi del contesto in cui la frase o la parola sono inserite. E ormai lo avrai capito che il contesto è tutto.

Tornando a noi, per quanto riguarda i film, hai varie opzioni.
Puoi iniziare guardando documentari o approfondimenti.
Generalmente, avendo scopo didattico, il locutore parla scandendo bene le parole e senza inflessioni particolari. National Geographic e France 24 sono solo due tra le tante possibilità che ti vengono offerte.

Puoi scegliere di guardare un film che hai già visto, così da conoscerne già la trama, o di iniziare con una serie TV: Netflix ne ha tantissime, puoi scegliere di guardare un episodio e poi fermarti, per la loro brevità sono più facili da seguire di un film intero, che magari potrebbe stancarti. Ad esempio, una serie come Black Mirror, dove ogni episodio è fine a sé stesso, può essere un buon punto di partenza.

Devi soprattutto divertirti e quasi dimenticarti che stai guardando una serie o un film con uno scopo ben preciso, quello di esercitare la tua comprensione.

Anche i cortometraggi vanno benissimo, su Youtube ne trovi tantissimi e per tutti i gusti!
In spagnolo ce ne sono molti, di lunghezze diverse e su temi diversi, puoi scegliere quello che più ti aggrada.

I film francesi si prestano a questo tipo di attività perché, generalmente, ci sono pochi dialoghi e i ritmi sono lenti.
Se ti piace il genere e studi francese, puoi iniziare con i film Contes des quatre saisons del regista Eric Rohmer.

Se, invece, non vuoi stare fermo davanti alla TV o al PC, accendili e lasciali parlare mentre fai altro.
Allenerai l’orecchio, lo abituerai a suoni nuovi e sempre diversi e vedrai che ti capiterà pure di riconoscere qualche parola qua e là, senza per forza essere super-concentrato!

E i sottotitoli, sì o no? Annosa questione.
Puoi usarli, ma obbligatoriamente nella lingua che stai ascoltando, sarà un utile esercizio per associare la grafia alla pronuncia. Per questo, se li metti in italiano, saranno completamente inutili, poiché finirai col leggere la tua lingua madre e scollegarti completamente da quello che, invece, dovrebbe essere il tuo obiettivo: ascoltare e capire.

�7. Cura la pronuncia.

Non iniziare a dirmi che è impossibile parlare come un madrelingua, che l’accento non si perde, ecc.

Hai ragione, non si può parlare come un madrelingua né pretendere che l’accento sparisca completamente, ma ci si può impegnare per camuffarlo al meglio.

Per lavoro o per motivi personali mi è capitato spesso di ascoltare connazionali parlare inglese, spagnolo o francese.
E io quando sento qualcuno parlare una lingua straniera non posso non tendere l’orecchio!

Non sto dicendo che il loro livello di lingua fosse basso o che il loro discorso fosse lessicalmente povero e sgrammaticato, anzi, in alcuni casi il livello era davvero buono. Ma la pronuncia e l’intonazione non erano per niente corrette e curate, si riusciva ad individuare con estrema facilità il loro Paese d’origine.
Parole pronunciate con cadenza italiana, accenti sbagliati, ecc.
Credimi, tu puoi fare di meglio…e senza sforzi disumani!

Ascolta l’intonazione, cura la pronuncia.
Nelle scuole si tende a sottovalutarle, ma sono un aspetto molto importante, un buon biglietto da visita.

Sei a casa da solo?
Parla nella lingua che stai imparando, cerca di riprodurre il modo di parlare dei madrelingua e leggi a voce alta.
Darai valore aggiunto alle tue conoscenze e il tuo interlocutore non potrà non notarlo.

Uno dei più grandi complementi che mi sia mai stato fatto l’ho ricevuto in Spagna, quando una signora spagnola con cui stavo parlando non poteva credere che fossi italiana: per tutta la durata del nostro discorso ha creduto fossi catalana.

Una cosa simile è successa a Malta.
Trovandomi lì per sei mesi per motivi legati al lavoro di E., ho deciso di frequentare un corso di inglese per un mese.

In gruppo con me c’era un ragazzo italiano: ha capito che eravamo connazionali solo quando mi sono congedata dicendogli “ciao”.

In città più grandi – o dove c’è un’università di lingue – avrai la possibilità di trovare centri multimediali che offrono servizi di tandem learning: ti verrà assegnato un compagno di chiacchiere per cui la lingua che stai imparando è la lingua madre.
Avrai modo di entrare in contatto diretto con la lingua reale e di mettere in pratica quello che stai studiando.
Evita, però, di farlo sentire una specie di appendice del tuo libro e di riempirlo di domande di grammatica, parla del più e del meno senza preoccuparti troppo.
Se non hai questa possibilità, approfitta di conoscenti di amici, di parenti lontani, ecc.: più fai, meglio sarà per te.

�8. Non tradurre la tua lingua madre.

Non tutte le lingue sono uguali e anche tra quelle sorelle, come l’italiano e lo spagnolo, ci sono delle diversità.

Evita, pertanto, di riprodurre le strutture della tua lingua materna o di tradurre modi di dire che nella nuova lingua non esistono.

Fai lo sforzo sin da subito.

Non scrivere la definizione in italiano, né cerca sempre e per forza un corrispettivo nella tua lingua, perché molto spesso non c’è.
Ad esempio, il termine francese naïf non ha, nel suo contesto di origine, il significato che noi gli attribuiamo.

Non pensare in italiano, perché stai facendo un passaggio in più, molto spesso fuorviante; all’inizio è normale appoggiarsi a quello che già si sa, ma mano a mano che avanzi, dovrai essere bravo a trovare la tua autonomia.

Cerca di uscire dalla tua zona di confort e apri la mente, perché altrimenti ti stai limitando.

Sii curioso e non avere paura di chiedere al tuo insegnante, a un cliente con cui hai un rapporto che va oltre il mero lavoro, a un amico o conoscente: la curiosità e la sete di conoscenza ti aiuteranno a imparare e ad evitare certe figuracce.

Non partire convinto di sapere già tutto, perché ti capiterà spesso di dover accettare errori e abbattere falsi miti.

�9. Non smettere mai di praticare.

Si dice che quello che non si usa, lo si perde.
Niente di più vero quando si parla di lingue straniere.

Se hai fatto un soggiorno-studio all’estero, ma una volta tornato a casa non hai più la possibilità di praticare la lingua, perderai tutto quello che hai conquistato.

Devi continuare a praticare, a tenere viva la lingua nel modo che preferisci.

Durante il tuo soggiorno-studio sfrutta al meglio l’occasione.

Lo so che l’istinto ci dice di cercare nostri connazionali per sentirci a casa anche se a casa non siamo, ma ti voglio dire sinceramente che, se lo fai, stai sprecando il tuo tempo e i tuoi soldi.

Rompi gli indugi e usa ogni attimo fuori dalla classe per parlare coi locali e con i tuoi colleghi stranieri: gli italiani li troverai una volta tornato a casa, puoi farne a meno per un po’.

Se sei all’estero con un amico o la tua dolce metà o hai la fortuna di conoscere qualcuno che parla la lingua che stai imparando, cercate di non parlare sempre e solo in italiano tra di voi.
All’inizio potrà sembrare una forzatura, ma se inizierai a farlo con costanza, vedrai che lo troverai utile e divertente!

A Malta io ed E. ci abbiamo provato con l’inglese e, credimi, è un metodo che funziona. Senza imporci nulla, quando ci veniva naturale, senza che fosse la regola da seguire, della serie “o in inglese o non si parla”.
È un esercizio in più che allena la mente e ti permette di confrontarti.

�10. Tieni un quaderno.

Annota tutto quello che ti risulta difficile memorizzare o nuove parole appena incontrate.

Sarà più rapido ritrovare le informazioni che stai cercando e, soprattutto, creerai una sorta di manuale ad hoc per te dove trovare solo quello che ti serve davvero.

Spesso tendiamo a imparare una struttura o una grafia sbagliate e ad utilizzarle sempre nel modo sbagliato, perché è così che la nostra mente le ha assimilate.
Dedicare una parte del tuo quaderno agli errori che fai più frequentemente e alla loro correzione ti aiuterà ad avere tutto sotto controllo.

Evita di ricopiare tutte le regole grammaticali e la coniugazione di tutti i verbi.
Rendilo il più funzionale e personale possibile, per informazioni più ampie e generali hai già la tua grammatica.

�11. Usa le nuove tecnologie.

Non limitarti, amplia le tue possibilità e gli strumenti tua disposizione.

In Internet trovi un sacco di materiale da scaricare gratuitamente e molte sono le applicazioni nate per aiutarti.
Si tratta solo di saper scegliere il buono che c’è.

Aprire un’applicazione prima di andare a letto o quando il bip del telefono ti avvisa che è ora dei tuoi dieci minuti di francese quotidiani, non può di certo essere sufficiente; tuttavia, se accompagnato ad altro, può essere un valido appoggio, soprattutto per memorizzare il vocabolario, anche se, come già detto prima, le liste e le parole da sole non servono a molto, ci deve sempre essere un contesto che le accompagna.

Meglio trovare una parola in un testo che in un elenco stantio.

Per quanto riguarda i manuali di lingue ce ne sono moltissimi in commercio, ma non accontentarti del primo che ti capita a tiro o di quello che ti ha passato il tuo collega, se non ti convince.

Cerca finché non trovi quello più adatto a te ed evita di studiare su un libro di 30 anni fa: troppe cose sono cambiate nei metodi di insegnamento e nel sistema linguistico stesso.

Cerca, se possibile, un libro adatto alla tua età e di recente stampa o ristampa.

Alcune case editrici offrono la possibilità di scaricare materiale gratuito per avere un’idea dei loro manuali: approfittane.

Prediligi un manuale dove non ci siano solo esercizi chiusi di grammatica e dove, soprattutto, le regole spiegate abbiano reale riscontro nella quotidianità della lingua.

Alcuni manuali di più recente produzione ti avvisano sull’uso effettivo della regola, su come e quanto viene realmente utilizzata. Fai tesoro di questi avvertimenti, perché ti aiuteranno a capire cosa imparare e cosa no e, soprattutto, che importanza attribuire a quello che leggi.
Tratto da http://www.serenacasagrande.com/blog/